Psicologia e politica

di Giuseppe Marmo

Il collegamento tra psicologia e politica ha una storia molto antica. Il primo che studiò scientificamente il comportamento delle folle, cercando di identificarne i caratteri peculiari e proponendo tecniche manipolative adatte per guidarle e controllarle, fu Gustave Le Bon antropologo, sociologo e psicologo francese, uno dei padri fondatori della "Psicologia Sociale". Le sue opere ed in particolare “Psicologia delle folle”, pubblicata nel 1895, vennero lette e meticolosamente studiate dai dittatori totalitari del novecento. In particolare Lenin, Stalin, Hitler, e Mussolini basarono il proprio potere sulla capacità di controllare e manipolare le masse. (...continua)

Tema centrale di Le Bon è che: “Nell’anima collettiva, le attitudini intellettuali degli uomini, e di conseguenza le loro individualità, si annullano. L’eterogeneo si dissolve nell’omogeneo e i caratteri inconsci predominano”. Dopo Le Bon un guru della propaganda fu Edward Bernays, nipote di Freud. La sua convinzione era che una manipolazione consapevole e intelligente delle opinioni e delle abitudini delle masse, svolge un ruolo importante in una società democratica.

Nasceva così il concetto – caro appunto alla propaganda in chiave politica – secondo cui chi è in grado di padroneggiare questo dispositivo sociale può costituire un potere invisibile capace di dirigere una nazione. Più recentemente l'americano Noam Chomsky, teorico della comunicazione, ha elaborato la lista delle 10 strategie in grado di manipolare l'opinione pubblica attraverso i mass media. Tali strategie sono:

  1. La strategia della distrazione
  2. Creare problemi e poi offrire la soluzione
  3. La strategia della gradualità
  4. La strategia del differire
  5. Rivolgersi al pubblico come ai bambini
  6. Usare l'aspetto emotivo molto più della riflessione
  7. Mantenere il pubblico nell'ignoranza e nella mediocrità
  8. Stimolare il pubblico ad essere compiacente con la mediocrità
  9. Rafforzare l'auto-colpevolezza
  10. Conoscere gli individui meglio di quanto loro stessi si conoscano

Voglio qui porre l'attenzione sul primo punto: La strategia della distrazione. “L’elemento primordiale del controllo sociale è la strategia della distrazione che consiste nel deviare l’attenzione del pubblico dai problemi importanti e dei cambiamenti decisi dalle élites politiche ed economiche, attraverso la tecnica del diluvio o inondazioni di continue distrazioni e di informazioni insignificanti.

Ovvero mantenere l’attenzione del pubblico deviata dai veri problemi sociali e imprigionata da temi senza vera importanza (notizie di gossip, cronaca nera, gialli, ecc.). Non si tratta di complottismo o deliri paranoici, ma di una analisi della situazione che, fin dagli albori della politica, ha visto l’instaurarsi sempre più preponderante di queste dinamiche sia in Italia che nel resto del mondo. Abbiamo assistito per giorni e giorni a intere trasmissioni sui “gialli” di Cogne, di Perugia, di Yara Gambirasio, di Sara Scazzi, ecc.

E mentre il Paese cadeva nella più profonda crisi e nel mondo accadevano fatti gravissimi, noi continuavamo a guardare plastici e a discutere, guardando trasmissioni e articoli che nascevano come funghi, sempre e solo delle stesse cose. Marginali e poco importanti per l’uomo comune che, con quei fatti, non aveva assolutamente niente a che fare.

La tv e i giornali, mentre riempivano trasmissioni intere con queste tematiche di secondaria importanza, tralasciavano selettivamente e probabilmente in modo deliberato, informazioni che invece avrebbero potuto interessare direttamente la nostra vita quotidiana e delle quali, solo molti mesi dopo, siamo stati informati.

Non vi sembra che ci sia una costante attenzione, abilmente manipolata, verso fatti di secondaria importanza o, seppur importanti, di importanza non centrale per il Paese al fine di mantenerci realmente in un limbo di ignoranza, ma con la presunzione di essere ben informati su tutto?

Ritenere che quanto letto non corrisponda al vero (considerando i mass media come organi di informazione disinteressati) o ritenere che i mass media siano da boicottare (in quanto manipolati e che solo il web dia delle informazioni veritiere) sono due posizioni diametralmente opposte ed entrambe poco utili per comprendere chiaramente il mondo nel quale viviamo. Ora, a fronte di quanto letto, accendete la tv, leggete un giornale, recepite notizie da internet e riflettete con la vostra testa.