di Giovanni Casaletto
Quanto dista la terra? È visibile ad occhio umano? Ed a quello politico? Siamo tutti consapevoli del difficile momento storico, della strettoia in cui ci siamo incamminati da tempo?Saprà la politica e sapranno i partiti politici indicare qualche utile sbocco alle odierne necessità? Ciò che avviene intorno a noi può essere oggetto di analisi e riflessioni, oppure restiamo comodi osservatori di un mondo che cambia? (continua...)
Il nostro ambizioso progetto prende da qui le mosse, da alcuni interrogativi di natura generale per districarsi nelle maglie della politica, della partecipazione attraverso le sue forme nuove, del momento delicato delle istituzioni europee e mondiali; del cammino, da queste ultime intrapreso, di una revisione profonda delle voci di spesa centrali e periferiche; delle forme di espressione della società odierna, degli stili, della comunicazione e delle nuove aggregazioni.
Basilicatafuturo attraverso il suo progetto web non intende dare alla luce un nuovo partito politico, ma essere da supporto alla politica mediante una ricerca di confronto sulla società, sulle istituzioni, sulle cose. Pensando, forse presuntuosamente, di svolgere una funzione non esterna o da grillo parlante, ma bensì proattiva, speculativa e propositiva. Una funzione, forse anche, di supplenza laddove la politica ed i partiti da soli sembrano non bastevoli o non più affinati allo scopo in formula piena, magari saltuaria.
Da qui il progetto di uno strumento ricco di possibilità quale quello di una fondazione di cultura politica; che nasce dai mattoni di vecchie case del popolo e sezioni del PCI lucano e vuole raffigurare discorsivamente una stella di riferimento culturale e politico per l’ampio arcipelago delle tradizioni riformiste e popolari, per la corposa tela democratica che dal dopoguerra si svolge ancora oggi, pur sotto diversi contenitori e simboli. In questa ricerca ci chiediamo dove va la politica.
E quali attitudini nuove o presunte sviluppino i suoi strumenti. Verso quale approdo ci muoviamo? Verso una società più democratica o più elitaria? Da ormai un ventennio assistiamo allo sgretolarsi di vecchie consuetudini, alcune desuete e fastidiose, ed all’affermarsi di una retorica “post-ideologica”; notiamo l’affannosa rincorsa all’elettore, più cittadino o meno militante; che passa vorticosamente da uno stadio primigenio della nuova economia ad uno più maturo, da semplice immagazzinatore ad attento processore di informazioni e reti di comunicazione.
Quello del disinteresse, che si accomoda su posizioni populiste, è l’ultimo stadio di una lenta ma inesorabile evoluzione post-democratica, per citare Colin Crouch, oppure un moto fisico che può essere rallentato e riprogrammato con opportuni correttivi? Con strumenti di partecipazione democratica e formule di governo partecipato dei territori? C’è anche una questione di immagini e simboli, di cattivi esempi da abrogare; della ricostituzione di una moralità pubblica utile alla vita dei partiti e della democrazia; della tessitura di livelli (e se esistono) più prossimi di decisione e di partecipazione alle scelte.
Il progetto intende partire dalla libera espressione e riflessione di un gruppo di persone che vivono la Basilicata, da dentro e da fuori. La scrutano, la osservano, la interrogano, la immaginano, la desiderano. E sapranno osare affrontando e discutendo di politica, di società, di sviluppo, di tendenze e culture, di nuove forme di comunicazione e tecnologie, di ciò che accade e di ciò che potrebbe essere e non è la nostra regione. Saranno ospitati di volta in volta i contributi e le considerazioni di studiosi, addetti ai lavori, amici e simpatizzanti. Con lo scopo di accattivare creando interesse e motivi di studio. Non soltanto politica dunque, ma uno sguardo ampio sulle cose per comprendere e captare le frequenze dei cambiamenti reali. Ci baseremo su cose concrete.
A partire dall’interrogativo mutuato da una importantissima figura all’indomani della Seconda Guerra ed in piena transizione istituzionale, Adriano Olivetti: che si fa quando andremo al potere? C’è una politica all’ascolto e pronta a recepire le istanze della comunità regionale reale? Pronta a declinare provvedimenti e decisioni sperimentando le vie sconosciute dell’innovazione? Noi immaginiamo ci sia bisogno di una battaglia per la nuova affermazione di un’identità regionale, capace di accompagnare la Basilicata nel difficile e mai definitivo corso della modernità; capace di allontanare lo spettro di una mai sopita tensione fustigatrice verso i più piccoli; capace di resistere alle tendenze disgregatrici che da più parti del sistema Paese provengono. Basilicatafuturo vuole rappresentare, attraverso le stanze della comunità interattiva, un angolo visuale fuori dagli schemi, ciò che forse manca alla Basilicata di oggi.